Devota e rispettabile confraternita dei penitenti bianchi di Montpellier

Guardiana delle croci della città

 

 

 

 

LA CONFRATERNITA DEI PENITENTI BIANCHI

 

DI MONTPELLIER

 

E LA

 

CAPPELLA DI SANTA FOSCA


Traduzione : Elisabetta GUIZARD

 

 

 

STORIA DELLA CAPPELLA

La cappella dei penitenti bianchi é situata nel cuore del centro storico di Montpellier. La cappella é in onore di Santa Fosca, vergine martirizzata nel 290 ad Agen. Fu fondata verso la fine del XII secolo. (Prima menzione leggermente posteriore nella bolla di Maguelone nel 1228.) E’ senza dubbio la chiesa più antica del centro storico che conservi ancora le sue mura originali. Non si sa praticamente nulla del suo aspetto e delle decorazioni di quell’epoca.

 

La confraternita si é installata all’inizio del XVI secolo. Ma durante le guerre di religione la cappella fu distrutta e nel 1568 restava solo la base dei muri e la facciata unita da un arco all’hotel Jacques Cœur. Per quasi più di mezzo secolo fu un cimitero.

 

Il 26 settembre 1623 un’ordonnanza del Monsignor Fenouillet, vescovo di Montpellier, restituiva le ceneri di Santa Fosca alla confraternita, la quale fece issare una croce contro la facciata della chiesa in suo onore. La ricostruzione inizio’ l’anno dopo , la grande opera fu conclusa nel 1626, poi fu ingrandita nel 1633, nel 1647 e nel 1685. Dal 22 settembre al 4 ottobre 1632 Luigi XIII e Anna d’Austria assistettero alla Messa nella cappella ed esattamente la prima domenica d’ottobre. Dal 1651 al 1655 i penitenti accolsero il clero di Notre-Dame-des-Tables che vi celebro’ gli Uffizi durante la ricostruzione della Chiesa parrocchiale distrutta nel 1621, come tutte le Chiese della città.

 

Durante la Rivoluzione, la Confraternita fu vietata e la cappella, venduta come bene nazionale nel 1793. Divenne deposito, scuola, deposito di foraggio,…nel 1801 minaccio’ la rovina.

 

Fu quindi affittata dalla Confraternita, la quale era ufficialmente vietata a quel tempo e che la riacquisto’ il 10 pratile dell’anno XII. (1804). Fu resa al culto per decreto imperiale nel 1805, grazie all’intervento di Jean Jacques-Régis di Cambacérés, Archicancelier dell’Impero e vecchio precedente della confraternita nel 1790. Importanti lavori di restauro furono condotti durante tutto il XIX secolo ed in particolare nel 1805 e nel 1875.

 

Nel 1905, nel corso della divisione tra Chiesa e Stato, il governo tento’ invano di inventoriare la cappella. Ma la confraternita dimostro’ il carattere privato dell’edificio, oltre che la sua completa autonomia. Oggi é ancora di proprietà dell’associazione dei penitenti bianchi, riconosciuta di utilità pubblica, che vi celebra regolarmente delle messe, delle adorazioni del Santo Sacramento e organizza dei rosari e delle via crucis.

 

 

VISITA DELLA CAPPELLA

All’esterno della cappella potete ammirare la facciata che é in parte del XII secolo, una delle più antiche della città, e il ponte sulla strada, che data del 1528. La porta d’ingresso e il tamburo realizzato nel 1747, sono entrambi in stile rococo’.

 

Nel 1626, dopo la sua ricostruzione la cappella fu descritta come una specie di semplice hangar, (…) in cui tutti gli ornamenti consitevano nel biancore dei suoi muri e nella semplicità della struttura. La decorazione interna della cappella é stata realizzata tra il 1641 e il 1706. I penitenti si dovevano sentire circondati da opere che invitino alla preghiera. Il decor interno sarà restaurato e completato nel XIX secolo. Esso é composto essenzialmente da :

Sculture in legno dorato del XVII secolo, opere di Subreuil, ripartite nel coro: il basso rilievo dell’altare maggiore, le cariatidi, le Quattro colonne e pilastri che sostengono l’arco che si trova sopra l’altare, le statue di San Giovanni Battista e Santa Maria Maddalena che circondano le due finestre. Vengono da un’antica pala d’altare distrutta.

Da pannellature murali in legno dorato realizzati tra il 1698 e il 1706 e concepiti da Augustin-Charles d’Aviler , membro della confraternita e tra l’altro creatore dell’arco del trionfo del parco di Peyrou. Le finestre, a sud, sono state chiuse nel 1872 nonostante l’opposizione della confraternita.

Da un soffitto a scomparti del XVII secolo dovuto principalmente ai pittori montpellierani Paul Pezet e Simon Raoux. Secondo lo spirito della controriforma, questo programma iconografico doveva illustrare la vita di Nostro Signore Gesu’ Cristo incorniciato dai quattro Evangelisti. I medaglioni e le parti sopra le finestre nell’attico sono di Antoine Ranc.

Dei dipinti, principalmente del XIX secolo, sulla parte bassa del muro : del lato della cattedra ( a sud) partendo dall’altare « St Louis venerant la Sainte Epine », « St Jérôme au Désert » di J.Moulinier, « St Jean Baptiste » copia di un dipinto di J. M. Vien, nella cattedra una crocifissione (XVII secolo), « Le repos de la Ste famille », e una « Pietà ». Di fronte ( a nord) « Le vœu de Louis XIII » di J.J.Bézart, « la Samaritaine », Santa Genoveffa di Parigi (XVIII secolo ?), « l’apothéose de Cœur Immaculé de Marie », « Descente de Croix » di O. Tandon, la cappella di santa Teresa del Bambino Gesù e « Jésus guérissant le paralytique ».

 

Queste opere costituiscono un insieme di grande coerenza e ricchezza artistica che ha giustificato la classificazione della cappella e di tutti i suoi mobili col titolo di Monumenti storici nel 1995.

 

 

 

 

STORIA DELLA CONFRATERNITA

Se l’origine dei penitenti bianchi é legata al soggiorno a Montpellier di San Francesco d’Assisi, Sant'Antonio di Padova e San Domenico nel XII secolo, la confraternita prende la sua forma attuale soltanto nel 1517. Cattolica, in piena comunione con la Chiesa, composta da uomini e donne di tutte le classi sociali, principalmente laici, che praticano la preghiera e la carità per la salvezza delle anime. La nostra città conta un’altra confraternita, i Penitenti Blu, che hanno la loro cappella nella rue des Etuves.

 

I penitenti bianchi sono sotto la guida dello Santo Spirito e sotto la protezione della Vergine Maria. L’abito dei frati consiste in una lunga tunica, una sacca e un cappuccio simbolo di umiltà e uguglianza. Il bianco evoca la purezza, il battesimo e la luce dello Spririto Santo. I penitenti si sarebbero installati a Santa Fosca nel 1518 prima di venire scacciati nel 1568. Poi occuparono quattro collocazioni successive intorno alla Piazza della Canourge, tra le quali, dal 1609 fino alla sua definitiva distruzione nel 1621, la Chiesa di Santa Croce. Infine, nel 1623 tornarono nelle rovine della Capella Santa Fosca e riprendere le loro attività : preghiera, opere di carità in anonimato, ossequi ai poveri, assistenza ai condannati a morte, visite ai malati, distribuzione dei pani, …e anche una mutuale per la salute nel 1904. Vietata durante la Rivoluzione, la Confraternita si ricostitui’ dal 1801 e continua oggi ad assicurare le sue missioni essenziali, in particolare la manutenzione e la restaurazione della sua cappella e delle quattoridici croci pubbliche della città. In questo modo essa perpeuta l’azione della confraternita della Santa Vera Croce di cui é erede.

 

Numerosi penitenti hanno segnato la storia ; eccone qualcuno, tra tanti altri, classificato in ordine di ammissione nella confraternita : Francois de la Peyronie, Henri Pitot inventore dell’acquedotto degli Arceaux, la duchessa Matignon di Fitz James, il maresciallo O’brien di Thomond, il Cardinale della Roche-Aymon, il Cardinale Etienne-Hubert di Cambacérès e suo fratello Jean-Jacques-Régis già citato, Charles-Maurice Grimaldi Comte de Valentinois, Antoine-Louis di Séguier, la principessa di Radziwill, il Cardinale di Rovérié di Cabrières, gli scrittori Albert Arnavielle e Frédéric Mistral.

 

I lavori di restauro che impongono la degradazione della Cappella e le sue opere d’arte saranno lunghe e costose, ma bisogna preservare questo elemento essenziale del patrimonio della nostra regione. Luogo di culto attivo, propizio alla preghiera e al raccoglimento, essa é sede della devota e rispettabile confraternita dei penitenti bianchi, guardiana delle croci della città.